Il rovere è oggi il legno più utilizzato per la produzione di pavimenti in parquet prefinito. I vantaggi di questa essenza sono molteplici: elevata versatilità nel subire diversi tipi di lavorazioni; ottime caratteristiche tecniche di resistenza e stabilità all'umidità e alle variazioni di temperatura; vicinanza delle fonti di approvvigionamento della materia prima, che rende il materiale estremamente più facile da reperire rispetto alle essenze africane, asiatiche, americane.

La colorazione naturale dell'essenza rovere (in inglese oak), ha una variabilità che va dal biondo chiario, fino ai  toni imbruniti del legno che ha subito processi ossidativi naturali (a causa dell'esposizione alla luce).

Se si vogliono invece ottenere colorazioni anche molto diverse da quelle proprie dell'essenza, o addirittura colori che in natura non sono presenti, è necessario applicare sul materiale delle verniciature tonalizzanti (ad acqua od acriliche) o delle oliature. Queste, oltre a proteggere la superficie di calpestio (come farebbe anche una verniciatura trasparente) si sovrappongono al colore del rovere naturale, dandogli un aspetto completamente diverso e personalizzato. Così si riescono ad ottenere tutte le varianti che vanno dal rovere bianco, sbiancato, naturalizzato, effetto noce o wenge', ecc. Inoltre si può fare un parquet di qualsiasi colore si voglia: rosso, verde, oro, nero e chi più ne ha più ne metta.
Il problema principale di questi trattamenti è però evidente nel caso in cui, con l'uso quotidiano il parquet si dovesse graffiare o scheggiare in superficie. In tal caso più la colorazione applicata si discosta dal colore originale dell'essenza, più si evidenzia la presenza di danni. Inevitabilmente, nei punti incriminati riemerge la colorazione bionda del rovere.

Negli anni alcuni produttori di parquet, per ovviare a questo problema attraverso la ricerca tecnologica, hanno sviluppato dei processi produttivi alternativi per rendere possibile il cambiamento del colore dell'intera massa del legno. Si è visto per esempio che il rovere, portato per un certo tempo a temperatura elevata (con l'ausilio di forni), subisce un processo si ossidazione artificiale. Più è alta la temperatura applicata, più il materiale imbrunisce a causa di un processo chimico (quindi irreversibile) di ossidazione artificiale delle fibre. La tonalizzazione del materiale, con l'applicazione di temperature progressivamente più elevate, diviene più forte di quello che si potrebbe avere naturalmente (anche dopo tantissimi anni di esposizione alla luce). Si ottengono dei parquet in rovere con le tonalità di altre essenze: il noce od il wengè.

Triveneta Parchetti propone a catalogo il prodotto Rovere termico. Le sue doti sono molteplici. Il colore è a tutta massa, ottenuto senza l'utilizzo di vernici tonalizzanti. Se la superficie di calpestio si graffia o scheggia, sotto rimane lo stesso colore che c'è in superficie. Il parquet prende le tonalità scure del wengè, preservando l'estetica delle venature e le stonalizzazioni del rovere (Il trattamento termico le fa risaltare ancor più). Il massello del legno diventa ancora più duro stabile e resistente del rovere non trattato termicamente, grazie ai processi chimici che l'alta temperatura ingenera nel materiale.

sito azienda: www.trivenetaparchetti.it


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